lunedì 27 maggio 2013

Restless

Un film di Gus Van Sant con Henry Hopper e Mia Wasikowska, USA-UK, 2010.

Doveva essere presentato al Sundance 2011, invece è finito sulla croisette, nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes: quattordicesima e penultima pellicola diretta da Gus Van Sant, conta due protagonisti d'eccezione e figli d'arte, Henry Hopper e Mia Wasikowska, splendidi insieme per dar vita ad una storia romantica e scura allo stesso tempo, da osservare con la loro stessa leggerezza.

Loro sono Enoch e Annabel, romantici inquieti, molto giovani e molto addolorati, si conoscono ad un funerale e finiscono a raccontarsi misteri e rancori all'ombra di piante solitarie, fiumi e binari di campagna nelle splendide location dell'Oregon.

Un gioco macabro che profuma di morte, musica e poesia, tra libri che parlano di uccelli e volatili acquatici che ogni mattina scoprono di essere vivi e vogliono cantare, un fantasma innamorato con una lettera in sospeso, mai inviata, ad un amore ormai lontano, tre mesi da vivere e giochi in scatola da consumare.

Un amore metafisico che parla della fine con l'ingenuità di chi si immagina un trapasso al gusto di milkshake, colorato e dolce, tanto da prepararselo accuratamente ed interpretarlo solennemente in una messa in scena perfetta e commovente.
Succede questo quando un tenero amore deve smettere di battere e volare alla volta di una strada segreta: i corpi fragili, per l'ultima volta, si misurano l'apertura alare in un abbraccio triste che non vuole schiudersi ed è fatta.

Gus Van Sant ancora una volta regala il suo sguardo malinconico e le sue inquadrature d'autore ad una trama profondamente delicata, basata su un'opera teatrale portata al cinema con assoluta ed immensa grazia.
L'innocenza dei protagonisti si riflette nei volti angelici e pensierosi di due ottimi attori che come in una danza macabra si accompagnano in un percorso di accettazione tanto impegnativo quanto necessario.
I temi della morte, della natura, dell'amore compongono una trilogia speciale che rende delicata e soprannaturale l'armonia che pervade l'intero film, nonostante la gravità ed il peso specifico della trama.

Annabel: "Io canto ogni mattina... da quando ti conosco"

Un piccolo gioiellino, come tante altre opere nella filmografia di Gus Van Sant, che spicca per la sua sua leggiadria e tiene alto, quasi per tutto il tempo, il livello d'umore e di stupore, senza rientrare nello squallore di quel discutibile genere patetico e facilmente commovente che da un po' di anni va di moda, il cancer movie. Solo cattivo gusto.

Bravo Hopper al suo esordio come attore in un lungometraggio e ottima scelta delle musiche!

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