Sono usciti dall’ultimo Sundance e passati dal Tribeca Film Festival.
Son tornati e oggi hanno quarant’anni. Adulti e disillusi, un po’ più cinici e
stanchi, con ancora tante passeggiate da fare e tanti discorsi da affrontare.
Son passati vent’anni da quella volta in treno, e alla spensieratezza del
gioco, del pericolo, della curiosità e del tormento amoroso si son sostituiti i
figli, i divorzi, e le amarezze della vita.
Il terzo capitolo della storia
d’amore tra Céline e Jesse, girato dall’abile Linklater rappresenta la maturità,
dei protagonisti, del regista e di una storia importante. Un’opera senza dubbio
differente dalle due precedenti ma al contempo estremamente influenzata dal
passato. I Céline e Jesse di oggi ricordano con tenerezza i loro venti e
trent’anni che li hanno condotti in Grecia, a vivere una vacanza bucolica lontana
dalla vita parigina. Ma i pesi dei propri errori si fanno sentire quando la
stanchezza non concede né tempo né perdono e improvvisamente, una romantica
serata si trasforma in un gioco crudele di colpe, rimorsi e domande a volte
scomode.
Anche lo stile "cartolina" si è evoluto: non ci sono più la città, le strade i monumenti di Vienna o Parigi, bensì gli uliveti, i tramonti e le stradine caratteristiche di Messenia e Kardamyli.
La narrazione si sviluppa
nell’arco di un’unica giornata e i due protagonisti sono affiancati da
personaggi secondari che animano tutta la prima parte del film. L’elemento
portante dell’opera, come per le precedenti, è ovviamente il dialogo, la
verbosità tipica di una saga che da vent’anni incanta gli spettatori romantici.
La vera specialità del film è
rappresentata dal rapporto reale tra i due attori e il regista, tutti
accreditati per aver collaborato alla sceneggiatura (come sempre ricca di particolari, curata e originale) e aver creato un film molto
personale.
Il tempo passato nella finzione e nella realtà ha segnato e
rivoluzionato una saga che è diventata un simbolo di qualcosa di più nel
panorama cinematografico. Qualcosa che ispira veramente e non si lascia
dimenticare. Una suggestione che la stessa Delpy ripropone spesso nelle sue regie.
Un altro
piccolo gioiello da guardare e custodire come un ricordo speciale, in attesa di
un eventuale e sperato prossimo capitolo.