giovedì 4 luglio 2013

Breaking Upwards

Un film di Daryl Wein con Daryl Wein e Zoe Lister Jones. USA, 2009

Girato con un budget estremamente limitato di 15.000 dollari, è approdato nel Texas al festival South by Southwest.

E' il primo film diretto, interpretato e montato da Wein, co-prodotto e co-sceneggiato insieme alla compagna Zoe Lister Jones, anche lei protagonista, e realizzato come fosse un piccolo esercizio sentimentale, questa volta, rispetto al successivo Lola Versus più maturo e strutturato, più libero dagli schemi e meno comedy brillante.
Un progetto romantico autobiografico nato proprio dall'esperienza personale dei due autori che hanno deciso di rendere la loro vita amorosa un piccolo film ben scritto, ben girato e, neanche a dirlo, ben interpretato.

E' sempre ambientato a New York, per lo più tra le strade di Brooklyn o tra le splendide vie dei quartieri residenziali, ma è un'opera molto meno concentrata sul personaggio principale: qui la vera protagonista è la coppia in sé, in un'indipendente commedia tanto piacevole quanto malinconica, sulla stessa scia amara di Celeste and Jesse, altro gioiellino d'amore non esattamente spensierato.

Dalla realtà riprendono i loro veri nomi, Zoe e D., e portano in scena la crisi della coppia contemporanea. Più amici che amanti, decidono di aprire il loro rapporto per guarire dalla reciproca dipendenza, unica soluzione: concedersi dei giorni liberi. Giorni liberi che nessuno dei due sarà evidentemente in grado di gestire nel più sano dei modi. Un modo per rendere graduale la fine di un amore senza scelte drastiche tormentate, accompagnando per mano il naturale cessare di ogni cosa con più consapevolezza e serenità possibili.
Anche qui una grande presenza nella trama è la famiglia, in particolare le due famiglie che si fondono e confondono a metter disordine in due vita già emotivamente precarie.
Un particolare elogio va fatto a tutti quei personaggi tanto secondari quanto necessari alla buona riuscita del film, il quale da un certo punto di vista è considerabile, soprattutto in alcuni momenti, un'opera corale e familiare, ricca, inoltre, di particolari scenografici, locations perfette e scorci urbani contemporanei.


Un'ottima squadra artistico-amorosa in grado di produrre piccole opere indipendenti secondo la filosofia ad oggi più diffusa, non solo nel filmmaking, ovvero il cosiddetto Do It Yourself (DIY). Una coppia da tenere d'occhio poiché in continua evoluzione professionale, un po' “alla Lena Dunham” come afferma David Amsden sul New York Times



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