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lunedì 5 agosto 2013

Drinking Buddies

Un film di Joe Swanberg con Olivia Wilde, Jake Johnson. USA, 2012.

E' l'ultima fatica del poco più che trentenne regista indipendente Joe Swanberg, già autore e regista di diversi film tra cui il mumblecore Hannah Takes the Stairs.

Due amici e colleghi sul lavoro, complice un rapporto molto stretto e intimo, nonostante i rispettivi partners, passano la maggior parte del loro tempo insieme, bevendo birra, giocando e divertendosi. Ma fino a che punto due anime tanto intime riescono a far rimanere uno splendido rapporto entro i limiti dell'amicizia?

Ben girato, in digitale, con la mitica RED Scarlett ormai fedele compagna del cinema più contemporaneo, è ambientato a Chicago, perlopiù presso la fabbrica che produce birra in cui lavorano i protagonisti, e la baita in campagna dove trascorrono un destabilizzante weekend a quattro.

Stupenda Olivia Wilde nel suo ruolo di lavoratrice sexy e un po' maschiaccio completamente bilanciata da Anna Kendrick, perfettina e pacata, quasi uscita da una rivista di giardini provenzali. Perfetti anche i due ruoli maschili interpretati l'uno da Jake Johnson (Safety not Guaranteed), che in qualche modo si ritrova nel suo personaggio di Nick in New Girl, e Ron Livingston, anche lui taciturno e imbronciato quanto il suo Berger di Sex and the City.

Alla camera Ben Richardson, operatore di Beasts of the Southern Wild, profondo curatore d'immagine, con una fotografia accogliente e movimenti dinamici che danno ritmo alla narrazione.
Il grande focus che regge l'intero film è il non detto, il non raccontato, tutto ciò che si può percepire dai vuoti, dagli sguardi e che non viene esplicitato. Se dovessi dire quale parte del film ho amato di più, oltre a tutto il film, direi il finale perché rappresenta quello che non ti aspetti. Ti sorprende. Per tutta la durata del film lo spettatore è indotto a sperare qualcosa che, come succede nella letteratura americana contemporanea, non si capisce mai se accadrà o meno. 


L'aspetto più poetico del film è rappresentato da ciò che non succede.

Drinking buddies: this is the last work of the young independent director Joe Swanberg. He is a very great author and he has already directed other movies (one of these is the mumblecore Hannah Takes the Stairs).
The plot turns around two good friends who spent most of their spare time together, in spite of their own partners. But what is the real line between intimate friendship and love?
Excellent digitally shooted with the great RED Scarlett, now faithful companion of every contemporary film director, the story is set in Chicago, mostly at the beer factory in which the protagonists are working, and the hut in the countryside where they spend a very destabilizing weekend .
Olivia Wild is superb in her role of sexy but tomboyish worker fully balanced by Anna Kendrick, in her prissy and calm role: she seems to get out of a magazine gardens of Provence.
Perfect also the two male roles played one by Jake Johnson, who finds himself in his character of Nick in New Girl, and Ron Livingston, who was also taciturn and morose as his Berger from Sex and the City.
Operator and DOP: Ben Richardson, (Beasts of the Southern Wild), deep image editor, with a photograph welcoming and dynamic movements that give rhythm to the narrative.
The big focus that supports the entire film is not said.
If I had to say which part of the movie I loved the most, I'd say the ending because it is not what you expect. It’ll surprise you.
From the beginning you’ll be induced to hope for something that, as happens in contemporary American literature, you’ll never know if it happen or not. The most poetic of the film is represented by what does not happen.


So, need a drinking buddy? Enjoy this movie!











giovedì 21 marzo 2013

Safety Not Guaranteed


Un film di Colin Trevorrow con Aubrey Plaza e Mark Duplass. USA, 2012.


E' l'esordio alla regia del californiano Trevorrow, è stato presentato al Sundance 2012 dove è stata premiata la sceneggiatura ed è ispirato ad un episodio realmente accaduto.


Safety Not Guaranteed prende spunto dall'annuncio realmente pubblicato nel 1997 sul Backwoods Home Magazine (l'autore di tale annuncio in persona è, tra l'altro, presente nel film in un cammeo): ma qui non si bada a scherzi, la storia inizia ed è subito mistero.
Tre inviati di una rivista (un redattore sfaticato e due stagisti in balia del proprio lavoro, Arnau e Darius) partono alla volta della tranquilla cittadina Ocean View per incontrare l'autore del messaggio misterioso su cui devono lavorare. 
Kenneth (Mark Duplass) è un uomo sfuggente e di poche parole, seguito e sorvegliato da agenti governativi per aver commesso dei reati e, convinto di poter viaggiare nel tempo grazie ad una potente macchina costruita negli anni, trova subito una complice confidente in Darius che, sfruttando le sue potenzialità di donna, intraprende una profonda conoscenza con lui per poter ottenere il maggior numero di informazioni possibili in vista dell'articolo da scrivere con i colleghi. Ovviamente la conoscenza si evolverà in un sentimento più complesso che, anche se con qualche colpo di scena, non renderà l'intera trama particolarmente originale fatta eccezione per il finale.
Interessante, pur tuttavia, la tematica principale del film: la sensazione di straniamento e di incompatibilità dell'uomo nei confronti del mondo contemporaneo, probabilmente troppo sbrigativo e mai comprensivo nei confronti delle anime più sognatrici, fragili o riflessive, quelle che finiscono poi per essere liquidate come "strane e temibili entità" da cui fuggire.
Attore, regista, musicista e montatore nella vita, Mark Duplass, oltre ad essere stato  l'attore, nel film, che più di tutti ha reso il suo personaggio estremamente interessante, conferendogli un'umanità surreale ma pur sempre lucida anche se ai limiti della follia, si ritrova nei crediti anche come executive producer insieme al fratello con cui, nel 2003, ha fondato una compagnia di produzione. 
Fondatore, nei primi anni del 2000, anche del movimento di cinema indipendente americano denominato mumblecore, è uno tra gli esponenti di spicco del nuovo cinema contemporaneo realizzato in digitale, con attori non professionisti e bassissimi budget. Vero cinema indipendente chiamato da molti critici anche metodo slackavetes in riferimento sia al maestro Cassavetes, sia ai film di dialogo amati così tanto da Linklater, di cui si cita in particolare Slacker, risalente agli anni novanta, quattro anni prima del grande successo diBefore Sunrise
Tra i produttori (e già dalla locandina, ma forse è un caso, si capisce) anche Turtletaub e Saraf, già insieme per Little Miss Sunshine: tante premesse valide per un film che pur nella sua godibilità, non scalda il cuore come ci si aspetterebbe da una crew così culturalmente stimolante ed avvezza a successi indie-internazionali. 
Particolare attenzione alla soundtrack ricca di brani e sonorità frizzanti che fanno da sfondo alle visionarie riunioni segrete tra Kenneth e Darius, ai loro allenamenti nel bosco e alle serate romantiche sulla spiaggia, lontano dal mondo, fatte di studi e programmi per la partenza: destinazione anno 2001. Anche se fino alla fine nessuno ci crede.