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sabato 1 marzo 2014

Inside Llewyn Davis


Un uomo nel metrò, un gatto e una chitarra: è il Greenwich Village degli anni ’60. 
Un incessante vagabondare di note e storie da raccontare nel buio dei locali notturni in una New York dipinta da cantori tristi, senza letto e senza amori. E tra i padri del folk americano si leva il nome di Dave Van Ronk, alla cui vita si ispira quest’ultimo film dei fratelli Coen. 

Ed è una triste introspezione questo viaggio nel cuore di Llewyn Davis: un  giro amaro in una vita desolata e sofferente scandita da una colonna sonora che è una scintilla vivace che scalpita all’ombra di una fotografia blu notte e gelida, come un caffè ardente dopo aver camminato sulla neve. Oscar Isaac dà il volto alla solitudine del musicista che non si lascia scappare e ogni volta ritorna. Tornano i Coen delle storie intime, delle sceneggiature magistrali e delle sensibilità musicali. Tornano i visi segnati dalle illusioni,  e gli occhi socchiusi della sera.


Un cinema più maturo rispetto ai tempi di Lebowski, il drugo con il debole per i cowboy come concetto, che si è evoluto e oggi parla di un uomo senza qualità che, se nella vita è destinato al fallimento, riesce a fare dell’intero film, un’estatica esperienza sonora. Incantevoli corde sfiorate, malinconici banjos pizzicati e Inside Llewyn Davis è pronto per il suo pezzo finale, quello che avrebbe sancito l’inizio dell’immortale leggenda.

lunedì 18 novembre 2013

Cine-attese d’autunno



A volte passano per i festival più indipendenti e cool del panorama cinematografico contemporaneo, altre volte rimangono in disparte incantando solo gli spettatori più attenti, in ogni caso riescono sempre a far parlare di sé perché quando si tratta di arte, che sia per tutti o che sia per pochi, anche da sola riesce ancora ad emergere. 

Ecco le tre cine-attese del nostro autunno al mirtillo! I miei cine-propositi migliori.

Inside Llewyn Davis: E’ l’ultima opera dei fratelli Coen presentata allo scorso Festival di Cannes e subito approdata al New York Film Festival. Ambientata nell’affascinante e vibrante New York degli anni Sessanta, la storia è ispirata alla vita dell’artista Dave Van Ronk, al Greenwech Village e alle atmosfere vibranti dell’epoca, invase dalle note folk di Bob Dylan e dei compagni musicisti. Suggestioni dai sobborghi newyorkesi che si respirano a pieni polmoni, volti melanconici, vagabondaggi musicali e un gatto senza nome nel metrò.

Paradise: Ricordate la piccola Juno che cammina sotto le note di All I Want Is You o la bella e triste Mavis di YoungAdult? Due personaggi usciti dalla penna dell’eccentrica e originale Diablo Cody, fedele collaboratrice di Jason Reitman e scrittrice dalla fervida e poetica fantasia. Ed ovviamente si sa, il fatidico momento del debutto dietro la macchina da presa prima o poi arriva per tutti: anche la giovane sceneggiatrice d’America ha girato la sua opera prima. Dallo stesso produttore di 500 Day ofSummer, arriva una storia dai colori vivaci, dalle luci della sera, dai dialoghi frizzanti da non perdere, con una Octavia Spencer più in forma che mai e una consapevolezza artistica al di sopra di ogni aspettativa.

Blue Jasmine: E’ l’appuntamento d’autunno per eccellenza, quello con Woody Allen e il suo film annuale da amare, criticare o detestare, ma che in ogni modo va visto e rivisto. Dopo le delusioni di To Rome With Love (per cui son tutt’ora validi i 5 buoni motivi  per amarlo), sembra che il genio di Brooklyn si sia risvegliato. Interpretata da Cate Blanchett e Alec Baldwin, aspettiamo con ansia la drammatica ma divertente storia di Jasmine, che da New York a Ssan Francisco è la protagonista assoluta del film che per eccellenza scalderà le nostre serate autunnali!

Post che concorre al BWWY di Grazia.it!

Se ami il cinema indipendente votalo qui!