sabato 22 giugno 2013

Living in Oblivion - Si Gira A Manhattan

Un film di Tom Di Cillo con Stev Buscemi, Catherine Keener. USA, 1995.

Opera seconda scritta e diretta dal grande Tom Di Cillo, vincitrice di diversi premi, tra cui quello per la sceneggiatura al Sundance, è un vero gioiellino della cinematografia indipendente americana, quella della “scuola” Jim Jarmusch tanto per dire, per il quale Di Cillo stesso ha curato la fotografia di Coffee and Cigarettes .

Va in scena una troupe scapestrata alle prese con un film indipendente dopo il quale tutti giurano di ritirarsi. Una produzione low budget fatta di microfoni in campo, fuori fuoco, piani sequenza impossibili da girare ed esplosioni di lampade grottesche e divertenti.
Un'assistente alla regia isterica e una prima attrice calata in pieno nello stereotipo (?) della fragile starlette che vuole essere rassicurata: è questo lo scenario allarmante che si presenta davanti agli occhi increduli di un capo baracca strepitoso, Steve Buscemi, che interpreta il regista di Living in Oblivion, il film nel film.
Ma fino a che punto il film nel film è il vero film? Quando smette di essere un film reale e diventa il film in un sogno?

Solo un'ottima mente avrebbe potuto giocare d'azzardo e intrecciare piani di realtà tanto diversi ma al contempo uguali con cotanta abilità, senza parlare del sapiente uso del bianco e nero che (fino a prova contraria) è dedicato al film nel film, mentre la diegesi vera e propria è a colori. Caldi, saturi, dalla grana anni Novanta.

E non di meno può mancare l'amore, su un set (uno dei veri e propri luoghi più promiscui nel mondo del cinema), talvolta nascosto, non corrisposto o tradito, ma comunque presente in prima linea, sempre pronto a rovinare fragili e già labili equilibri interpersonali.

Un'autentica prova di regia per Di Cillo: un'opera autobiografica che nasce quasi per caso dopo i postumi da set di Johnny Suede e prima della lavorazione di Box of Moonlight, per esorcizzare un malessere diventato visionario capolavoro dall'estetica underground, realistico ritratto di un set indipendente allo sbaraglio animato da un divertente delirio di squadra.



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