venerdì 14 giugno 2013

The Darjeeling Limited

Un film di Wes Anderson con Owen Wilson, Adrien Brody, J. Schwartzman, USA, 2007
E' stato presentato a Venezia ed è la sesta prova di regia dell'indie texano Anderson, perla rara scritta insieme a Roman Coppola (con cui continua ancora oggi un efficace sodalizio artistico) e a uno dei tre splendidi protagonisti, l'attore Schwartzman.
Ad aprire la scena è un viaggio cinematografico all'interno di un taxi spericolato con a bordo uno dei cammei più misteriosi dell'intero film: Bill Murray e le sue due vintage valigie. Sceso dall'auto, inizia a correre ma il Darjeeling Limited, si sa, non aspetta nessuno.

Il viaggio continua, ma a bordo dell'eccentrico, colorato, scanzonato e malconcio treno per Darjeeling, su cui viaggiano tre bizzarri peronaggi “alla Anderson”: tre fratelli in missione per conto di se stessi, con un itinerario da rispettare e l'intenzione, dopo un anno di silenzio reciproco, di ricominciare a fidarsi l'uno del dell'altro.
Un patto di fratellanza serratissimo, dunque, condotto dal fratello maggiore, abile regista dell'incontro, che con maestria e teatrale supponenza tesse le fila di una famiglia in subbuglio.

C'è tutto Anderson in questa commedia multicolor: puro virtuosismo ed eccellente estetica cinematografica, fino all'ultimo fotogramma.
Attualmente in post produzione con il nuovo film in uscita nel 2014, The Grand Budapest Hotel, il suo cinema è sempre iconico, pop, fatto di colori e fronzoli ma anche di inquadrature più che studiate con acuta finezza: mezzi primi piani, primi piani frontali, sguardi in macchina, particolari e dettagli mozzafiato.
Inquadrature fisse o carrelli a precedere dall'intrinseco valore semantico, rappresentano una storia raccontata anche grazie al delicato valzer della macchina da presa che poetica e malinconica balla, cantando la sua verità
Plongée e contre-plongée audaci, con camera completamente a picco puntata verso l'alto o il basso, il più delle volte a solleticare quel vizio artistico, marchio di fabbrica, firma d'autore, di riprendere le mani dall'alto: mentre guidano, servono una bibita, aprono una valigia o accarezzano profumi.

E poi c'è una sceneggiatura impeccabile suonata da musiche di prima scelta.

Finale epico che non svela il suo arcano, almeno non prima di essersi gustati, come a non averne mai abbastanza, il piccolo prequel Hotel Chevalier: dieci minuti di poesia d'autore interpretati dalla coppia Schwartzman-Natalie Portman, da cui Anderson riprende il feticcio dell'oggetto, il ton sur ton giallo limone di arredi e pareti, e lo stile tutto.

Piccoli gioiellini crescono: ambientato a Parigi è la base di racconto ideale, da sola o collegata al Darjeeling Limited, senza dimenticare che, comunque, “quei personaggi sono inventati”.

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