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lunedì 10 febbraio 2014

La Top5 delle Cine-Attese del Sundance


A gennaio si è tenuto il mitico festival dedicato al cinema indipendente che da ormai trentacinque anni renda Park City un vero e proprio luogo di fermento cinematografico, in cui giovani artisti da tutto il mondo trovano la possibilità di far circolare tutte quelle opere che altrimenti nessuno avrebbe la possibilità, la fortuna e l’onore di poter visionare. Ogni anno, tra documentari, commedie e film drammatici, vengono sottoposte all’occhio e al giudizio di pubblico e giuria tante pellicole (e non, vista la bella ed efficace invasione digitale) straordinarie e sperimentali, quelle che in Italia sono relegate nel silenzio ma che spesso trovano una voce all’interno di un panorama underground a volte conosciuto e frequentato da pochissimi appassionati. Tra tutti i film passati dal Sundance 2014, eccone cinque da non perdere!

Happy Christmas
E’ l’ultimo film di Joe Swamberg il regista indipendente di DrinkingBuddies che torna dietro la macchina da presa dirigendo la splendida Lena Dunham, per cui ha scritto un personaggio tutto da scoprire in una dramedy che ha letteralmente incantato il pubblico del festival. Sta arrivando Natale e la stabilità di una coppia di Chicago sta per essere turbata dalla sorella di lui, neo single complicata, e dall’amica Carson interpretata proprio dalla Dunham, intente a stravolgere e ricostruire gli equilibri di una famiglia divertente ed affiatata. Tra gli altri protagonisti compaiono anche il regista, Anna Kendrick e Mark Webber.


Hits
Girato da David Cross, attore conosciuto per Eternal Sunshine of the Spotless Mind e recentemente per Kill Your Darlings, Hits si preannuncia una black comedy da non perdere. Si tratta del debutto alla regia per l’attore che per l’occasione ha reclutato un cast d’eccezione, rigorosamente indie, in cui spicca senza dubbio Michael Cera, il piccolo e ingenuo Paulie di Juno, innovativo e all’avanguardia filmmaker indipendente nella vita. Un cameo per Cera, un grande esordio per Cross. La storia si concentra sulla celebrità nell’era dell’America 2.0, un’analisi sociale e contemporanea che farà di tale commedia indipendente quasi una guida filosofica e spirituale dell’era di Youtube.

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domenica 24 marzo 2013

Your Sister's Sister


Un film di Lynn Shelton con Emily Blunt, Rosemarie DeWitt, Mark Duplass. USA, 2011.



E' stato ufficialmente selezionato (tra gli altri) sia al Sundance Film festival che al Tribeca Film Festival 2012 e rientra a tutti gli effetti nel genere/movimento cinematografico più indie e squattrinato (?) del cinema contemporaneo: il mumblecore.
Jack (Mark Duplass) è un giovane uomo sofferente per la perdita del fratello da cui non sa riprendersi, mentre Iris, sua migliore amica ed ex ragazza del defunto, cerca di riportarlo in sè mandandolo a rilassarsi e a pensare lontano dai problemi, in una vecchia casa di famiglia circondata dalla natura selvaggia di un'isoletta non lontana ma assai tranquilla e totalmente avulsa dal contesto cittadino.
Jack imbraccia la sua vecchia bicicletta rossa e dunque parte alla volta della casa nel bosco, sfrecciando su deserte strade, nei tramonti americani su acque limpide di laghi o mari misteriosi ma, giunta sera, arriva a destinazione e scopre che l'abitazione è lungi dall'essere vuota e desolata.
Si tratta della sorella omosessuale di Iris, Hannah, che dopo aver rotto una relazione di sette anni trova in Jack un buon confidente compagno di tequila con cui condividere i propri dispiaceri.
Un grande scherzo cosmico li unisce per una notte ma l'indomani sopraggiunge Iris e la strana coppia si trasforma in un trittico d'anime confuse destinato alla deflagrazione.
Ma è sorprendente scoprire quanta comprensione, nonostante il dolore, possa produrre il vero amore, quello covato per anni e mai confessato, pronto ad essere rivelato. E poi, si sa, i legami familiari sono duri a spezzarsi e due sorelle in crisi che si confidano di notte, si cucinano pancakes vegani e malriusciti a colazione non potrebbero mai serbare tanto rancore.


Una poetica storia di uomini e donne che non si lasciano andare, di fratelli e sorelle che si confondono, di solitudini che si agganciano nel comune dolore delle perdite, ruotando su se stesse, sfiorandosi con la leggerezza di chi non ha paura di uscire dagli schemi ed è pronto ad amare, a proprio modo, nonostante le vite complicate.
Emily Blunt e Rosemarie DeWitt, splendide sorelle d'america, incantano lo spettatore con il proprio codice di comunicazione, fatto di sguardi, piccole attenzioni e complici ricordi: una bella fotografia di una quasi-famiglia che si assesta con la speranza di uno dei finali più fastidiosamente aperti della storia del cinema!
L'autrice e regista Lynn Shelton torna a dirigere il grande Duplass già diretto nel 2009 in Humpday. Dividendosi tra cinema indipendente e serie tv (ha diretto anche episodi di Mad Men e New Girl) fa scoprire con finezza la grande abilità (comune a pochi) di far parlare i silenzi dei suoi personaggi, rendendo i dialoghi necessari, mai verbosi, ironici e, nonostante la loro intrinseca amarezza, piacevolmente umoristici.