Un film di Patrick T. Lo con Nika Mistruzzi e Ryan Fisher. Canada, 2012
Ispirato ad un episodio realmente accaduto
nell'esperienza familiare del filmmaker Patrick T.
Lo, il corto rappresenta un'intenzione terapeutica di esorcizzare un accadimento
personale: una pratica molto diffusa tra i registi più o meno giovani, che
apre sempre più il fare cinema indipendente all'autobiografia e rende le
atmosfere delle storie continuamente più familiari, personali, ricche di
sentimenti delicati da giudicare e talvolta comprendere.
Sono dieci minuti d'autore che raccontano la
storia di Dan, il quale una sera, splendente nel suo sorriso, contro qualsiasi
aspettativa, invita a cena a casa la fidanzata Hannah.
La vicenda è raccontata da una voice over british
che traduce in parole i sentimenti di una giovane donna in balìa di se stessa.
Le parole di Kevan Brighting (voce molto nota nel panorama cinematografico
indipendente) suonano calde, profonde e descrivono situazioni bizzarre,
accompagnate da piccole scene metaforiche d'intermezzo (fiori che sbocciano,
pesci in un acquario, anelli di fidanzamento).
Gli stili principali di ripresa sono due e si
alternano con classe: il primo è molto composto, dalla fotografia intensa, con
immagini curate nei movimenti e nella scenografia d'interni non casuale. Il
secondo è al contrario, più sporco e mosso ed è utilizzato durante le scene
d'esterni. Queste ultime, girate secondo la pratica del guerrilla filmmaking nella metrò, in presenza di persone
ignare d'esser riprese in video, sono più casuali e conservano un aspetto metropolitano che dà ossigeno all'intero cortometraggio. Nonostante siano poche
rispetto alle scene in casa di lui o ai ricordi di lei da bambina, le riprese
in strada o sotterranee riescono far respirare tutto il resto della narrazione,
tanto ben eseguita tecnicamente da poter quasi risultare leggermente posticcia.
Nel complesso, ne deriva un ensemble stilistico riuscito particolarmente bene.
Le scene nel metrò, girate a Toronto,
in cui Hannah deve raggiungere casa di Dan, sono anche quelle in cui si dà
un'immagine concreta ai suoi pensieri nonché alle piccole preoccupazioni
quotidiane che la incupiscono: sono i primi minuti del film e sono fondamentali
per cercare di capire cosa si nasconda dietro i suoi occhi di ghiaccio
spaventati. Girato in digitale con una Panasonic AF100, questo film,
rappresenta la strada migliore verso il lungometraggio ovviamente indipendente.
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