Quando
si dice il destino, il momento giusto. Un ottimo cortometraggio,
venti minuti di vita vera, quella che si stava per spazzar via e che
una coincidenza inaspettata ha reso nuovamente possibile.
Un film che ha girato, vincendo diversi premi, i migliori festival cinematografici, passando
anche al Tribeca Film Festival.
Inizia in modo bizzarro la giornata di Richie, il fragile e tenebroso protagonista che accetta di aiutare la sorella a cui non parla da tempo e passare
il pomeriggio con l'impertinente nipotina. Pochi minuti e tra i due
nasce una dolce amicizia fatta di confidenze e confessioni. E'
lo sbocciare di un rapporto speciale tra zio e nipote che diventa legame indissolubile.
Il
regista Shawn Christensen, membro della band indie-rock newyorkese
Stellastarr e già autore e regista in diversi altri progetti, ha saputo
concentrare bene in pochi minuti una storia così delicata. Per non
parlare dell'intensità della sua recitazione (interpreta il
protagonista), dolorante ed intrisa di commovente tenerezza. E'
altresì molto forte la struttura narrativa
prologo-narrazione-epilogo, marcata al punto giusto, quasi circolare
che incornicia il film senza essere troppo invadente.
Il
talento dei tre attori, tra cui un'interpretazione di Fatima
Ptacek ineguagliabile,
supera la cupezza dei colori e della trama. Tematica e messaggio
d'impatto sono efficaci e chiari, diretti allo spettatore senza
fronzoli o macchinazioni inutili.
La
scelta delle locations, delle strade, delle luci, dei luoghi chiusi
(bar, bowling, vecchio appartamento di Richie) provoca un'atmsfera da un lato lugubre, ma allo stesso tempo scaldata
dalla complicità immediata che nasce tra i personaggi e la grande
empatia che si prova nei loro confronti.
Un
viaggio attraverso le tragiche paure dell'uomo, in un momento
inquietante, realistico e struggente.