Un'opera a metà tra il parlato e
il musicato, “corsa” da una Greta Gerwig singolare, la quale rappresenta un po’
il preludio a quel corto poi diretto da Spike Jonze in cui si scatena con
energia travolgente.
Scritta dal regista Noah Baumbach
(già collaboratore di Wes Anderson e regista del meno brillante Greenberg) e
dalla stessa Gerwig, la sceneggiatura è il fulcro pulsante dell’opera: i
dialoghi, contraddistinti da un’originale spontaneità, lasciano interagire
personaggi scapigliati dalle vite frugali, splendidi bohemien contemporanei.
La storia avvincente e specialmente ordinaria della protagonista, racconta il vagabondaggio artistico, affettivo e
materiale di Frances, eroina goffa e un po’ maldestra, che si districa con una
naturalezza ammirevole tra le piccole grandi cose della sua vita quotidiana e
complicata, sotto le note di una colonna sonora perfetta che suona Paul
McCartney e David Bowie.
BROOKLYN – CHINATOWN – SACRAMENTO – PARIGI – NEW
YORK
Una città di corsa dunque, vista attraverso gli occhi di una giovane donna svampita che “non sa ancora
fare l’adulta” e che corre ballando per le strade come un’adorabile
bambina alla ricerca di qualcosa. A cena con Adam Driver: eccolo riconoscibile,
un altro dei perfetti slackers sognatori contemporanei che abitano
il film.
Un po’ Jules et Jim, un po’
Manhattan. Lo stesso regista ha dichiarato di essersi ispirato a Woody Allen e
al suo operatore Gordon Willis per il bianco e nero del film che strizza l’occhio
anche a Truffaut, ai suoi triangoli amorosi ormai entrati nella storia e ad un cinema
che ha molto a che fare con lo stile europeo: Greta Gerwig è un po’ la Delphine
de Il raggio verde, l’eroina disadatta dell’oggi, goffa e maldestra, ma amabile
in ogni sua attraente debolezza. Undateble
Segno! Con i nomi coinvolti e la tua descrizione sembra essere perfetto per me, grazie!
RispondiEliminaFammi sapere! :)
RispondiEliminagià supermegacult!
RispondiEliminavero!!
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