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domenica 2 febbraio 2014

Her



Come sopravvivere alla storia di un amore possibile che tanto dolcemente nasce impalpabile e indissolubile e si perde nello spazio infinito tra le parole che tuonano e leggere risuonano senza lasciarsi toccare, in una vita che non appartiene al mondo fisico e che per questo esiste ancor più reale e imperfetta che mai? E alle belle partiture scritte sotto le note di un amore di parole che non si possono fotografare, solo immaginare?

Distanze inutili e implacabili si esprimono tra i complici corpi di plastica e le voci di velluto. La materia muore, eleva lo spirito e lo ferisce, attraverso una narrazione tagliata dalla colonna sonora che, senza tregua, cuce l'istante al tempo ,senza farlo scappare.

Un capolavoro da ascoltare attraverso la complessità di due personaggi in preda a emozioni incomprensibili, umane, urlanti in un mondo silenziosamente brulicante di voci confuse, sole, isolate, che finiscono per fare male.

Un piccolo miracolo che si avvera: uomo e macchina che si incontrano, carne e anime che si sfiorano, in un'unica canzone che è tutto il film, un ballo romantico sui tetti di una metropoli che ascolta senza parlare e non risponde. La denuncia più tragica e poetica dai tempi di Metropolis.

domenica 1 dicembre 2013

Frances Ha

 Il bianco e nero contemporaneo di una New York complicata, moderna, e romantica, in stile Woody Allen, apre un piccolo gioiellino atteso da mesi e che finalmente si è mostrato in tutto il suo splendore. Un film che rappresenta un piccolo viaggio nella vita di una piccola donna, tra le strade di una piccola New York, grande protagonista del film, con i suoi quartieri affascinanti.

Un'opera a metà tra il parlato e il musicato, “corsa” da una Greta Gerwig singolare, la quale rappresenta un po’ il preludio a quel corto poi diretto da Spike Jonze in cui si scatena con energia travolgente.
Scritta dal regista Noah Baumbach (già collaboratore di Wes Anderson e regista del meno brillante Greenberg) e dalla stessa Gerwig, la sceneggiatura è il fulcro pulsante dell’opera: i dialoghi, contraddistinti da un’originale spontaneità, lasciano interagire personaggi scapigliati dalle vite frugali, splendidi bohemien contemporanei.
La storia avvincente e specialmente ordinaria della protagonista, racconta il vagabondaggio artistico, affettivo e materiale di Frances, eroina goffa e un po’ maldestra, che si districa con una naturalezza ammirevole tra le piccole grandi cose della sua vita quotidiana e complicata, sotto le note di una colonna sonora perfetta che suona Paul McCartney e David Bowie.

BROOKLYN – CHINATOWN – SACRAMENTO – PARIGI – NEW YORK

Una città di corsa dunque, vista attraverso gli occhi di  una giovane donna svampita che “non sa ancora fare l’adulta” e che corre ballando per le strade come un’adorabile bambina alla ricerca di qualcosa. A cena con Adam Driver: eccolo riconoscibile, un altro dei perfetti slackers sognatori contemporanei che abitano il film.

Un po’ Jules et Jim, un po’ Manhattan. Lo stesso regista ha dichiarato di essersi ispirato a Woody Allen e al suo operatore Gordon Willis per il bianco e nero del film che strizza l’occhio anche a Truffaut, ai suoi triangoli amorosi ormai entrati nella storia e ad un cinema che ha molto a che fare con lo stile europeo: Greta Gerwig è un po’ la Delphine de Il raggio verde, l’eroina disadatta dell’oggi, goffa e maldestra, ma amabile in ogni sua attraente debolezza. Undateble

martedì 26 novembre 2013

Gli indipendenti del Rome Film Fest



L’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma si è conclusa con un trionfo tutto italiano: ad aggiudicarsi il Marc’Aurelio d’Oro come miglior film, infatti, è stato Tir di Alberto Fasulo, un’opera interamente dedicata alla crisi contemporanea vista attraverso gli occhi di un insegnante che diventa camionista. Quella di quest’anno è stata un’edizione particolarmente fortunata dal punto di vista delle scelte cinematografiche che si sono rivelate essere il giusto compromesso tra opere commerciali e scelte più ricercate. Tra i film in concorso e non, ecco cinque gioiellini quasi indipendenti passati dal festival e assolutamente da non perdere. 

Her di Spike Jonze

Ha vinto il Mouse d’Oro, il premio della critica online, nonché il premio per la miglior interpretazione femminile, andato ovviamente alla talentuosa Scarlett Johansson, nel film voce intima e amica di un bravissimo Joaquin Phoenix (recentemente ammirato in The Master). Ambientato a Los Angeles, Her è uno dei film più attesi d’autunno ed è una favola futuristica che parla d’amore. Una commedia romantica diversa dal solito, il cui protagonista, uno scrittore asociale di nome Theodore, si innamora di una voce appartenente ad un sistema operativo, Samantha. Diretta da Spike Jonze, noto per titoli quali Il ladro di Orchidee o il cortometraggio uscito da pochi giorni Castello Cavalcanti, l’opera è interpretata, tra gli altri anche da Amy Adams e Olivia Wilde, altre due attrici affermate all’interno del panorama indipendente americano.

Dallas Buyers Club Jean-Marc Vallée

Siamo nel Texas degli anni ’80 e ad un cowboy omofobo viene diagnosticato il virus dell’HIV. Nell’impresa di curarsi attraverso la medicina alternativa, Ron Woodroof (Matthew McConaughey, premiato per la miglior interpretazione maschile), incontra una transessuale sieropositiva. Un gioiellino dalla delicatezza senza eguali, quasi paragonabile alla poesia di This Must Be The Place di Sorrentino. Presentato in anteprima al Toronto Film Festival, nelle sale italiane arriverà solo a partire da gennaio 2014. 


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sabato 9 novembre 2013

Choose You


A live short film written by Lena Dunham

Ancora musica, cinema e performance che si incontrano e scontrano all’interno del panorama cinematografico indipendente americano e soprattutto agli YouTube Music Awards che si sono tenuti a New York. Spike Jonze alla regia collabora con Lena Dunham, abile sceneggiatrice di questo corto musicale amato e al contempo odiato dal pubblico.

Lui la guarda malinconico muoversi sinuosa insieme al suo nuovo partner. Il volume di una discoteca, conversazioni stropicciate e un’intesa fugace. C’è Lena Dunham nella chiassosa personalità della protagonista, nel personaggio maschile discreto e pensieroso. 

C’è Lena Dunham nella schiettezza dei dialoghi conturbanti, spiazzanti, quasi violenti che ogni volta riescono a stupire e farsi riconoscere. Il tocco geniale si consuma sul finale, scelto tra due opzioni differenti scritte dalla stessa Lena Dunham, nonché sul silenzioso sgomento di fronte ad una storia che in sé racchiude tante anime oltre che tre canzoni del celebre dj svedese Avicii.

Una rivisitazione ultra-contemporanea della tragedia delle tragedie, mai riproposta con tanta leggerezza, intelligenza e surrealtà. 

Jason Schwartzman e Dree Hemingway divertenti da non perdere!

lunedì 4 novembre 2013

Afterlife


Dietro alla macchina da presa per gli Arcade Fire e il video del loro pezzo Afterlife, Spike Jonze incanta ancora (dopo il Ladro di Orchidee) con un piccolo corto interpretato da Greta Gerwig. Entusiasmante e liberatoria, la visione di questo piccolo gioiellino sarà la gioia di tutti gli amanti del video e cinema indipendente. 


E' stato presentato agli YouTube Music Awards appena conclusosi e insieme a Greta Gerwig, relativamente al panorama cinematografico indipendente, hanno presenziato all'evento anche Michael Cera e Jason Schwartzman. In questo live video, la Gerwig dà il meglio di sé, fondendo e confondendo le diverse anime della sua personalità, del suo modo di recitare e del personaggio che pian pian si è costruita al cinema, quello di una giovane donna talvolta goffa, impacciata, una Bridget Jones contemporanea e meno perdente, ma con un lato buffo che la rende umana, sensuale a suo modo e cool. E' l'eroina contemporanea dei nostri giorni, del cinema indipendente, quella che ride di sé e fa sorridere senza per forza ammaliare.

Un video musicale che dunque rappresenta qualcosa di più, una piccola storia, un esperimento di cinema live, un rito come una danza che si spande infondendo carica ed energia.

*P.S: Greta Gerwig in Frances Ha, prossimamaìente su questi schermi! :)

giovedì 20 giugno 2013

Adaptation - Il Ladro di Orchidee

Un film di Spike Jonze con Nicolas Cage, Meryl Streep. USA, 2002.

Cos'è un fiore? Come drammatizzare un'orchidea fantasma che fa parlare di sé nascondendosi nei giardini più misteriosi celando il suo soprannaturale candore all'umana mediocrità?

Un trionfo di digressioni, flashback, ricordi e mise en abyme per un dramma cupo che aleggia nella sua stessa atmosfera sognante senza dare vero carattere all'intera narrazione.

Una giornalista (Meryl Streep) con un pezzo da scrivere e trasformare in libro e uno sceneggiatore disturbato con un copione da terminare. Tanti fiori da raccontare, e se è vero che “ognuno di noi ha il proprio genere”, anche questo film in sé ne racchiude molti.
C'è il lato comico della nevrosi del protagonista, goffo ed impacciato, tormentato da un fratello gemello insistente ed ingombrante (Nicolas Cage per entrambi i ruoli), c'è il mistero dell'orchidea, quasi un MacGuffin hitchcockiano - pretesto simbolico, motore di praticamente tutta l'azione - c'è un tocco thriller sul finale, in cui un potente climax esplode dal nulla in tutta la sua spaventosità, e poi c'è la parte più romantica ed amorosa del film, certo un po' sacrificata, ma comunque significativa.

Suggestive riprese naturali quasi documentaristiche sugli atti d'amore tra insetti e fiori a loro immagine e somiglianza.

Un'opera metafilmica: un film nel film e un libro nel film nonché un film sul libro, una metanarrazione rinchiusa in un efficace miscuglio di passato e presente, finzione e realtà, impossibile da districare ma magicamente ed immediatamente comprensibile.

Tra i personaggi più interessanti, anche senza essere sotto l'effetto dell'orchidea fantasma che provoca estrema fascinazione, c'è sicuramente John Laroche (Chris Cooper, a cui infatti sono stati assegnati diversi premi): romantico anti-eroe divertente, un po' innocente un po' criminale ma buon amante ed ottimo cantore.


Ci si perdona e ci si dispera sotto le note di Happy Together.