Un
film di Spike Jonze con Nicolas Cage, Meryl Streep. USA, 2002.
Cos'è
un fiore? Come drammatizzare un'orchidea fantasma che fa parlare di
sé nascondendosi nei giardini più misteriosi celando il suo
soprannaturale candore all'umana mediocrità?
Un
trionfo di digressioni, flashback, ricordi e mise en abyme per
un dramma cupo che aleggia nella sua stessa atmosfera sognante senza
dare vero carattere all'intera narrazione.
Una
giornalista (Meryl Streep) con un pezzo da scrivere e
trasformare in libro e uno sceneggiatore disturbato con un copione da
terminare. Tanti fiori da raccontare, e se è vero che “ognuno di
noi ha il proprio genere”, anche questo film in sé ne
racchiude molti.
C'è
il lato comico della nevrosi del protagonista, goffo ed impacciato,
tormentato da un fratello gemello insistente ed ingombrante (Nicolas
Cage per entrambi i ruoli), c'è il mistero dell'orchidea, quasi
un MacGuffin hitchcockiano - pretesto simbolico, motore di
praticamente tutta l'azione - c'è un tocco thriller sul finale, in
cui un potente climax esplode dal nulla in tutta la sua spaventosità,
e poi c'è la parte più romantica ed amorosa del film, certo un po'
sacrificata, ma comunque significativa.
Suggestive
riprese naturali quasi documentaristiche sugli atti d'amore tra
insetti e fiori a loro immagine e somiglianza.
Un'opera
metafilmica: un film nel film e un libro nel film nonché un film sul
libro, una metanarrazione rinchiusa in un efficace miscuglio di
passato e presente, finzione e realtà, impossibile da districare ma
magicamente ed immediatamente comprensibile.
Tra
i personaggi più interessanti, anche senza essere sotto l'effetto
dell'orchidea fantasma che provoca estrema fascinazione, c'è
sicuramente John Laroche (Chris Cooper, a cui infatti sono stati
assegnati diversi premi): romantico anti-eroe divertente, un po'
innocente un po' criminale ma buon amante ed ottimo cantore.
Ci
si perdona e ci si dispera sotto le note di Happy Together.
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