Scritto e diretto da Wes Anderson, interpretato da Jason Schwartzman e prodotto, tra gli altri, da Roman Coppola, Castello Cavalcanti è stato presentato ieri al Roma Film Festival dopo essere stato pubblicato in anteprima sul sito di Prada.
Atmosfere e scenografie posticce
alla Dogville si mischiano ai fluidi movimenti di macchina diretti dal genio di
Anderson. La sequenza iniziale in cui sfilano davanti alla macchina da presa
quasi dei tableaux vivants, con personaggi pressoché immobili che ascoltano la
sera circospetti, sotto un brusio di voci indefinite, è uno dei preludi più
intensi del cinema, quasi ai livelli dell’intro di Antichrist di Lars von trier
con il suo struggente Lascia ch’io pianga.
Settembre 1955, Italia: Un pilota di macchine oggi d’epoca
fa un incidente al Castello Cavalcanti e si ferma nel locale di passaggio. I
colori sono quelli prettamente tipici del regista quindi sullo schermo la
prevalenza di gialli, arancioni e suggestioni pop ricorda gli anni stessi in
cui è ambientato il film. La
collaborazione fashion con Prada s’insinua nella storia senza invadenza,
sposandosi perfettamente con gli strepitosi interni del bar e le scenografie da
sogno.
Un’atmosfera veramente d’antan, felliniana, silenziosa, non c’è la
nebbia di Amarcord ma quasi la si percepisce, tra la penombra di un luogo senza
tempo e senza spazio.
C'è il fascino di Schwartzman, dell'uomo che chiama la sua sweety per non farla preoccupare fissando la barista e sognando figli con le donne di tutto mondo. Italia e America si fondono e confondono. Un corto strepitoso da non perdere grazie anche al fascino della sera e del bancone del bar che richiama la magia dei Nottambuli di Hopper e di tutte le malinconie artistiche cantate al cinema e non solo.
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