Un film di Josh Radnor con Josh Radnor,
Elizabeth Olsen. USA, 2012
Opera seconda per Josh Radnor, autore,
regista ed interprete di Liberal Arts nonchè del suo esordio alla
regia di due anni precedente Happythankyoumoreplease, entrambi
presentati al Sundance Film Festival, rispettivamente nel 2010 e nel
2012.
Radnor è Jesse, nostalgico
trentacinquenne di New York che ritorna in Ohio, dove ha frequentato
il college, per ritrovare uno dei professori prediletti con cui ha
mantenuto rapporti di confidenza ed amicizia sincera. Amante della
storia e della letteratura, Jesse vive in uno splendido caos-cosmo
personale, immerso nei grandi autori classici o contemporanei che in
qualche modo plasmano la sua visione del mondo ed il suo modo di
rapportarsi ad esso: durante il suo soggiorno rivive gli anni
spensierati del college ricordando con malinconia le lezioni sui
poeti romantici, le scoperte artistiche e culturali che gli hanno
cambiato la vita e le facili ed inutili relazioni sprecate in un
luogo tanto culturalmente stimolante quanto sentimentalmente vuoto.
La stessa insoddisfazione risiede anche
nell'animo puro di Zibby, studentessa di teatro diciannovenne con cui
Jesse si ritrova a discorrere amabilmente e lungamente tra i parchi
lussureggianti e l'intimità delle librerie del campus: stimolanti
chiacchierate che si trasformano, una volta tornato a New York, in
lunghe lettere scritte a mano sulla rivelatrice e sublime musica di
Beethoven o su ottocenteshi personaggi tormentati in cui riconoscere
le proprie inquietudini.
Una tenera amicizia al confine tra il
vero amore e la sensualità intellettuale di due corpi imprigionati
nei legittimi dubbi e nei sensi di colpa preventivi, quelli che un
adulto chiamerebbe moralità, e si fa presto amaro quel sentimento a
cui è impossibile trovare un posto tra i cuori affamati e dolenti,
che pur volendosi, non possono amarsi.
Zibby e Jesse, dunque, si ritrovano,
neanche a volerlo, nei panni di due amanti bohémien tormentati, di
quelli un po' tristi che si guardano negli occhi in silenzio eppur si
parlano, dedicandosi poesie disperate sul loro stesso impossibile
amore, sotto gli occhi di chi non comprende la complessità di un
rapporto che non consumandosi, è condannato a vivere in se stesso e
ad ardere tragicamente per l'eternità.
Un piccolo ma significativo ruolo
appartiene a Zac Efron, Nat nel film, onirica e grottesca presenza
misteriosa che si aggira solitario nottetempo tra le panchine del
college filosofeggiando con Jesse, raccontando incredibili storie ed
infondendo coraggio agli innamorati, folle cantore delle stranezze del mondo.
Una leggerezza amabile rende
quest'opera una delicata coccola per l'occhio e per il cuore, senza
scadere nell'inutile stucchevolezza di tante commedie simili, bensì
aprendosi allo stimolo culturale più di quanto non farebbe un film
realizzato proprio a tale scopo.
Un film di dialogo sulla disillusione
nei confronti di un futuro incerto e frustrante, sulla maturità
ritrovata di un uomo che non approfittandosi di una fugace (?)
infatuazione, dimostra il proprio rispetto a quella donna che entra
con magnetico sorriso nel suo cuore sdolcinato ancora ingenuo e
sognatore, una storia d'equilibri turbati, di anime affezionate e tenerezze mai sprecate.
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