Un film di Ben Lewin con John Hawkes,
Helen Hunt. USA, 2012
Presentato in anteprima al Sundance
2012 dove ha ricevuto il Premio del Pubblico ed il Gran Premio della
Giuria, ha appena visto trionfare i suoi protagonisti anche agli
Independent Spirit Awards 2013.
In principio fu il titolo “The
surrogate” poi tramutato in un più morbido “The Sessions”,
come le sessioni d'amore possibili, al massimo sette, tra una
terapista sessuale ed un giornalista disabile bisognoso d'avvicinarsi
al sesso.
Mark (John Hawkes), infatti, ha
trentotto anni, uno spirito intellettualmente nonché artisticamente
vivace, un corpo quasi interamente paralizzato dalla poliomielite
intrappolato in un polmone d'acciaio e legittime necessità sessuali
dalle quali, ad un certo punto della sua vita, comincia ad essere
profondamente turbato.
“Amava ed era amato” si dice di
lui, tragico eroe alla ricerca di una libertà spirituale, uomo puro
dalla sensibilità e dall'umorismo dolenti, dalla voce sforzata,
fragile ed amorevolmente infantile.
L'ingenuità di un poeta libero, con un
grande cuore premuroso e la carezza nello sguardo pronta a sfiorare i
visi delle donne di cui sinceramente si innamora e alle quali dedica
pensieri struggenti.
Spaventato come un bambino di fronte
all'ignoto, teneramente docile ed inerme tra le mani della terapista
Cheryl (Helen Hunt) a cui può solo rivolgere sguardi tanto ingenui
quanto ammirati, inizia un percorso di coscienza di sé e del proprio
corpo che lo renderà un uomo completo non senza i grandi turbamenti,
i dubbi e le difficoltà del ritrovarsi a gestire, ormai adulto,
emozioni tanto nuove quanto contrastanti.
Perché di maturità si tratta, quando
lui stesso si accorge che la paura che prova nei confronti del sesso
e di se stesso, è la sua paura di crescere, di lasciar svanire, in
qualche modo, un po' di quel suo sguardo innocente e positivo,
allegro, nei confronti del mondo che tanto lo rende speciale; una
paura che non prescinde neanche dalla sfera religiosa e dalla salda
fede di Mark, che sconvolto dal sesso e bisognoso d'approvazione
divina, troverà il sostegno sperato in Padre Brendan (splendido
William H. Macy), confidente silenzioso e buon ascoltatore pronto a
festeggiare con lui l'amore ed i progressi sessuali.
E che sia un tipico fenomeno di
tranfert o vero e doloroso sentimento, colpisce la grande finezza,
dignità e solenne razionalità con cui entrambi i protagonisti lo
lasciano svanire, forse avendone timore, fino a che anche per Mark
non sarà tempo di qualcosa di speciale: finalmente poesie
ricambiate, non più solo corteggiate, tristemente intrise di colonia
o vane speranze.
Sereno ma triste epilogo per un uomo di
cui innamorarsi senza tentennamento e per un film doloroso ma dalla
leggerezza sublime.
Un po' "L'uomo che amava le donne" e "Casanova" per il romanticismo, un po' "Lo scafandro e la farfalla" per la gravità.
Un po' "L'uomo che amava le donne" e "Casanova" per il romanticismo, un po' "Lo scafandro e la farfalla" per la gravità.
John Hawkes, irriconoscibile e
commovente, con la sua struggente performance, ha ridato vita, come
nessun altro sarebbe riuscito a fare (fatta eccezione probabilmente
per Sean Penn che sarebbe stato in egual modo perfetto), alla storia
vera di Mark O'Brian, giornalista e poeta paralizzato dalla
poliomielite su cui, già nel 1996, la regista californiana Jessica
Lingman Yu aveva girato un documentario.
Un soggetto molto amato, dunque, dal
cinema che in entrambi i casi ha saputo approfondire al meglio il
mistero, lo straniamento, l'umorismo e l'amarezza di un tema tanto
importante quanto sottovalutato quale la sessualità nella
disabilità, unita per di più ad un'esigenza religiosa.
Un tema complesso affrontato con
estrema finezza ed impressionante realismo dal bravo regista
australiano-americano Ben Lewin, tanto da rendere una storia
drammatica a tratti divertente, il cui protagonista stesso si fa eroe
leggero che senza piangersi addosso o prendersi sul serio, riesce a
farsi amare, grazie alla sua struggente onestà, da chi lo circonda,
mai per pietà quanto per il grande apporto umano che il suo cuore e
la sua mente regalano alle anime che incontra e che, in qualche modo,
non sanno più uscire dalla sua vita.
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