domenica 3 marzo 2013

Ciliegine

Un film di Laura Morante con Laura Morante, Pascal Elbé. Francia, 2012

E' l'esordio alla regia che ci si aspettava da colei che ha reso se stessa, ottima attrice mai scontata, una vera e propria icona nel panorama del cinema italiano e francese: Laura Morante. Un'icona molto amata ma mai onnipresente, timidamente riservata e raccolta, oculata nelle proprie scelte di carriera e arricchita nel talento da tante collaborazioni con i più grandi nomi del cinema contemporaneo.

Ha detto di essersi ispirata all'ironia di Woody Allen per il suo debutto dietro alla macchina da presa e come lui, ha giocato con il proprio personaggio un po' buffo e un po' intellettuale per confezionare una romantica comedy dal piglio francese.

Non si parla di mirtilli ma di ciliegine: sono il frutto più buono dal fiore candido e sensuale ma nonostante la loro intrinseca dolcezza possono diventare un vero problema se la superficialità degli uomini al cospetto di donne intelligenti ed esigenti si fa grave ed insopportabile colpa da espiare. 
Quando la donna in questione poi risponde al nome d'Amanda, il problema potrebbe farsi insormontabile.
E' la stessa regista ad auto-dirigersi in un ruolo dalla simpatia contagiosa che la porta ad indossare i panni di una fragile e nevrotica creatura, spudoratamente romantica dall'ironia pungente, bisognosa d'attenzione ma allo stesso tempo sfuggente ed androfobica.
E come il Woody single e disperato di molti suoi spassosi film, anche Amanda si rimette alla coppia di amici fidati impegnati nel non facile ruolo d'improbabili cupidi.
Si indaga il mistero che sussiste inesplorato ed irrisolto tra i due vecchi ed opposti mondi che incontrandosi, fin dalla notte dei tempi, generano tanto chiasso senza mai trovare la pace agognata.
Il flebile confine tra commedia ed amara realtà è il vero punto di forza di un film romantico anche nei colori, nelle ambientazioni, nei concerti, nella pioggia parigina e nei bistrot della sera. I dialoghi rivelatori sono il motore della sottile bellezza dell'opera, delicati e mai banali, divertenti, appartenenti ad adulti ancora bambini, alla ricerca di un'insperata felicità, come i protagonisti di un romanzo di formazione.
Una bella scelta quelladi Laura Morante che da attrice ha reinventato la propria necessità narrativa così come in precedenza hanno fatto i maestri che fin dagli inizi l'hanno iniziata alla carriera d'autore che si è poi costruita, primo tra tutti il Nanni Moretti di Sogni D'oro, Bianca e La stanza del figlio, anche lui da sempre impegnato nella recitazione, direzione e produzione delle proprie opere filmiche.
Dunque una necessità autoriale che prima o poi accade, quella di una regista dimostratasi capace di dirigere i tanto adulati esseri speciali, facitori di miracoli, che son per lei gli attori, nonostante difficoltà produttive che hanno reso una scelta quasi obbligata (la co-produzione italiana prevedeva un'attrice del bel paese, chi meglio della regista?) la vera carta vincente per un'opera dal sapore europeo.

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